Sonno e vacanze: come trovare il ritmo giusto

Come gestire gli orari dei bambini durante le feste: flessibilità sì, ma senza stravolgere le abitudini

Sono mamma di due bambini, uno di 8 anni e uno di 12, e ogni anno con l’arrivo delle vacanze di Natale mi trovo davanti allo stesso dilemma: per quanto riguarda la nanna, è meglio mantenere gli orari della scuola, oppure posso lasciarli andare a dormire più tardi la sera?
Durante l’anno cerco di essere piuttosto rigorosa con le routine, ma in questo periodo di festa tra cene, film natalizi e giornate senza compiti mi sembra naturale allentare un po’ le regole. Allo stesso tempo, però, ho paura che il rientro a scuola diventi più faticoso se cambiamo troppo le abitudini. Qual è la scelta migliore per il loro benessere?

Elena, Pontremoli (MS)

 

Cara Elena,
quella che poni è una domanda molto comune tra i genitori e la risposta migliore sta, come spesso accade, nel mezzo.

Durante le vacanze i bambini hanno bisogno di rilassarsi e rompere un po’ la routine quotidiana è non solo naturale, ma anche benefico: li aiuta ad associare questo periodo a momenti positivi e speciali in famiglia. Detto questo, un cambiamento troppo drastico negli orari può effettivamente creare difficoltà al rientro, soprattutto per i più piccoli della scuola primaria.

Ecco qualche consiglio pratico:

1 Flessibilità controllata: concedi ai tuoi figli di andare a dormire un po’ più tardi, ma cerca di non superare un’ora oltre l’orario abituale. Per esempio, se normalmente vanno a letto alle 21:00, durante le vacanze può andar bene anche alle 22:00.

2 Mantieni una routine serale: anche se l’orario cambia, prova a non modificare il rituale del sonno (pigiama, lettura, luci soffuse). Questo aiuta il cervello a capire che è comunque il momento di riposare.

3 Ritorno graduale: qualche giorno prima della ripresa della scuola, anticipa di nuovo progressivamente l’orario della nanna per facilitare il rientro senza stress.

In particolare, i bambini delle elementari beneficiano di routine più stabili perché il loro ritmo circadiano è ancora in formazione, mentre quelli delle medie possono tollerare meglio qualche variazione – purché non diventi una regola.

 

Dottoressa Chiara Bianchi, psicologa dell’età evolutiva e consulente familiare