Da leccarsi i baffi

Per mantenere il gatto in buona salute bisogna seguire alcune regole di corretta alimentazione, senza trascurare i suoi gusti e la sua indole

 

Cibi mirati e bilanciati, secchi e umidi, differenziati in base a età, razza e stile di vita: tra i prodotti in commercio non c’è che l’imbarazzo della scelta. Ecco una piccola guida per nutrire al meglio il nostro gatto di casa.

Per il cucciolo, calcio e fosforo
Nel giro di appena sette mesi, un gattino diventa adulto e la sua crescita prosegue ancora fino a circa un anno (a seconda delle razze). Nella prima fase, il micio cambia completamente, si sviluppa e cresce a un ritmo velocissimo. Per questo è indispensabile nutrirlo bene, con prodotti di qualità studiati appositamente per il cucciolo, che favoriscano la sua salute e una crescita armoniosa. Dopo lo svezzamento, il micino ha bisogno di cibo più proteico e più calorico di quello indicato per un gatto adulto. Ma anche di quantità più elevate di calcio e fosforo, nelle giuste proporzioni. Il suo cibo deve anche essere arricchito di Dha, un acido grasso fondamentale per lo sviluppo del cervello.

Per l’adulto, scegliere caso per caso
Dopo l’anno di età, il gatto è adulto e deve mangiare in modo equilibrato, con le giuste quantità di proteine, sali minerali e vitamine. Attenzione: un’alimentazione di sola carne non sarebbe abbastanza bilanciata.
Il cibo può variare in base alla razza e allo stile di vita.
Un micio che vive all’aperto ha bisogno di cibi più energetici rispetto a uno che sta sempre in casa. Anche il gatto casalingo, però, deve muoversi e giocare, magari stimolato dagli umani.
Un’alimentazione particolare può essere consigliata per i gatti sterilizzati, ovvero per la grande maggioranza dei felini urbani.
Cibi che contrastano la formazione di boli di pelo o ne favoriscano l’espulsione sono indicati soprattutto per gli animali a pelo lungo.
Infine, poiché il gatto mangia poco e spesso, occorre fare attenzione a lasciargli sempre a disposizione piccole quantità di cibo. Le crocchette si prestano a questa necessità, a condizione che siano sempre accompagnate da una ciotola di acqua pulita.

Per il micio senior, cibo più digeribile
I gatti cominciano a essere considerati anziani attorno ai 7-10 anni di età, ma esistono importanti differenze in relazione alla razza: un siamese, per esempio, è molto più longevo di un persiano. Anche la genetica e la storia di ogni singolo individuo influenzano la durata del ciclo di vita del gatto.
Tanti problemi di salute connessi all’età oggi possono essere risolti o tenuti sotto controllo anche grazie ad alimenti specifici. I criteri principali da tenere presente nella nutrizione del gatto anziano sono: cibo altamente digeribile, molta fibra e abbondanza di sostanze antiossidanti, che contrastano i danni dell’invecchiamento.
Il pasto deve essere particolarmente appetibile, per stimolare le capacità olfattive e gustative che negli esemplari anziani sono ridotte. Se il gatto si avvicina al cibo, ma non mangia o mangia troppo poco, bisogna fare controllare dal veterinario che non abbia stomatiti, gengiviti, tartaro o qualche altro problema che influisce sull’appetito.
In generale, qualunque cambiamento nel menù deve avvenire in maniera graduale, così che il gatto abbia modo di abituarsi.

 

Croccantini, via libera

Non è vero che i croccantini possono causare cistite o calcoli, come alcuni sostengono. Un alimento secco formulato correttamente è tanto efficace nella prevenzione di problemi specifici quanto un alimento umido. Per gatti con prodotti urinari, renali, ma anche cardiopatici o allergici, esistono cibi con funzioni curative, sia secchi che umidi, che devono però essere prescritti sempre dal veterinario.