PRIMO INTERVENTO

Come comportarsi se il cane di casa mostra qualche malessere oppure si è procurato una piccola ferita? Mini guida per non sbagliare. E con i felini…

Ogni cane ha una capacità unica di farsi comprendere, ma sulla salute non è sempre così. Ecco a che cosa prestare attenzione e come intervenire al momento del bisogno, magari nell’attesa del veterinario.

Traumi e sbalzi di temperatura
Per potere intervenire nella maniera più appropriata, bisogna sapere che le disavventure più frequenti per i quattrozampe sono i piccoli traumi e i disturbi dovuti a caldo e freddo. «Fra le prime, la più comune è la tipica zuffa ai giardinetti, un morso o un graffio rimediato da un altro cane, magari in un momento di gioco», spiega Ferdinando Asnaghi, veterinario specialista in patologia e clinica dei piccoli animali. «In questo caso, la cosa da fare è disinfettare e medicare le ferite (vedi box), assicurandosi che il cane non zoppichi e non abbia traumi. Se continua a lamentarsi, è bene portarlo da un veterinario».
I migliori amici dell’uomo sono forti, hanno un gran cuore, ma non bisogna sottovalutarne i limiti. Anche quelli più banali. Un esempio? «I cani si adattano agli sbalzi di temperatura in maniera completamente diversa dagli esseri umani», prosegue il dottor Asnaghi. «Gli esemplari a pelo corto d’inverno, soprattutto se anziani e di piccola taglia, soffrono il freddo e vanno coperti. Nella bella stagione, invece, spero che tutti siano consapevoli che lasciarli in macchina al caldo rischia di portarli al coma, mentre non tutti sanno che anche una passeggiata sull’asfalto nelle ore più calde può causare un colpo di calore».
Ecco come Silvia Bianco, istruttore riabilitatore, consiglia di intervenire: «Se in una giornata particolarmente fredda o dopo una passeggiata sulla neve il cane ha continui brividi, va riscaldato gradualmente prima asciugandolo bene con dei teli, poi avvolgendolo con coperte. Utile somministrare dei liquidi, per esempio acqua o brodo tiepidi.
In caso di freddo (e quando sulle strade viene cosparso il sale), attenzione anche ai cuscinetti dei piedi, che possono screpolarsi e fessurarsi: meglio prevenire applicando sulle zampe con un massaggio dal basso verso l’alto sostanze grasse come l’olio di mandorle o gli unguenti specifici. Tutto un altro discorso d’estate per il colpo di calore, evenienza non rara soprattutto per i cani di piccola taglia e con il muso schiacciato: se notate che l’animale sbava, trema e appare mogio, rinfrescatelo gradualmente con impacchi di acqua a temperatura ambiente (non fredda!), soprattutto su zampe e addome, oltre ovviamente a trasferirlo all’ombra e a farlo bere. Meglio comunque portarlo dal veterinario».

Occhio clinico
Veniamo adesso a disturbi ricorrenti come vomito e diarrea. Spesso frutto d’indigestioni, soprattutto se nelle ciotole arrivano cibi direttamente dalla tavola imbandita. In questo caso, basta tenere l’animale a dieta per un paio di giorni (e magari, su consiglio del veterinario, dargli i fermenti lattici), e tutto si sistema. «Diverso il discorso se c’è sospetto di avvelenamento, specie in un quartiere dove c’è appena stata una derattizzazione, oppure se in giro c’è il veleno per le lumache», spiega lo specialista. Il cane risulta iperattivo o al contrario insensibile: di corsa dal veterinario. «Visita indispensabile anche se l’animale è venuto a contatto con una processionaria (sorta di vermetto peloso): i suoi aculei generano necrosi nei tessuti, quindi è importantissimo, prima di correre dallo specialista, lavare la parte di continuo, con acqua», consiglia l’educatrice Silvia Bianco. Difficilmente i cani inghiottono corpi estranei. Ma se masticando un osso di gomma o qualcosa di simile qualche scaglia si stacca e li infastidisce in gola, può essere utile dare da mangiare all’animale della mollica di pane o della polenta, cibi che dovrebbero inglobare il frammento e favorirne lo smaltimento.

E se dico gatto…

L’atteggiamento nei confronti dei gatti dev’essere completamente differente: «Sono animali molto attenti, cauti, è difficile che subiscano traumi, che mangino cose che si rivelino poi dannose», chiarisce Asnaghi. Un gatto raramente si lamenta, o appare malato: «Ma, se questo succede, con ogni probabilità vuol dire che il problema è serio. E allora è meglio non perdere tempo e farlo visitare da uno specialista». Ma quali sono le spie, gli atteggiamenti che devono far suonare un campanello d’allarme? I piccoli cambiamenti nel comportamento, innanzitutto: il gatto è un animale piuttosto abitudinario, e un’inappetenza improvvisa, una sete che sembra non doversi placare mai, o ancora una lacrimazione eccessiva possono essere i sintomi di una malattia.
Ma non bisogna allarmarsi: le  malattie che più frequentemente colpiscono i gatti, infatti, possono essere tenute alla larga grazie ai vaccini consigliati dal veterinario. La prevenzione, ancora una volta, è il primo e forse il più importante gesto da tenere in conto per mettere al riparo da ogni minaccia la salute del proprio gatto.